giovedì 25 agosto 2011

Senza fiato

A Palazzo Zenobio, al Collegio Armeno Moorat-Raphael, si succedono una serie di padiglioni nazionali.

Mher Azatyan, Grigor Khachatryan, Astghik Melkonyan - Manuals: Subjects of New Universality - Armenia: una serie di lavori ispirati alle turbolenze sociali, all’idea di potere o all’influenza delle dinamiche sociali sull’andamento del salario medio mensile. Purtroppo una necessaria lezione cui i politici dovrebbero assistere.


Libia Castro e Ólafur Ólafsson -‘Il tuo paese non esiste’ - Islanda: forti dell’esperienza islandese e del suo tracollo finanziario, hanno realizzato un video a Venezia nel quale una cantante e dei musicisti percorrono i canali intonando una composizione originale proclamando come un mantra (scaramantico?): ‘il tuo paese non esiste’. Suppongo non s’ispirino ad una idea di realtà stile Matrix.
  

Anastasia Khoroshilova - Starie Novosti (Old News) - Biblioteca Zenobiana del Temanza: una serie di lightbox all’interno di una sorta di cassa per il trasporto di merci, aperti a libro per ricordarci la strage di Beslan del 2004, da una parte il racconto giornalistico dei fatti di cronaca, dall’altra la foto in piano americano di alcune delle protagoniste superstiti che ti guardano in faccia, per ricordarti che quegli occhi hanno visto l’orrore.

Questi padiglioni offrono l’occasione di riflettere su come gli aspetti politici influenzino i soggetti artistici oggi, ma anche di visitare spazi del collegio come la lavanderia (mai lavanderia fu così poetica), la biblioteca e le sale interne del collegio. Ma quello che toglie il fiato è la Sala degli Specchi, un luogo che distende i pensieri e l’anima. Vi sono passati il giovane Tiepolo e Lazzarini, e poi scultori, per gli stucchi, e musicisti per le feste che vi si sono svolte, per non parlare delle vicende che quegli specchi avranno riflesso. Tanta bellezza concentrata in due sole stanze non è rapportabile a nessuna delle opere viste finora e mi fa pensare che probabilmente l’arte per riuscire ancora a comunicare agli animi umani, pur non trascurando la costruzione logica del concetto, deve recuperare il rapporto con l’artigianalità, con il sapere manuale, spesso più potente dell’ostinata ricerca dell’originalità.
 
  
La Sala degli Specchi è in fase di restauro e per vederla bisogna pagare un biglietto, irrisorio, che serve per finanziare i lavori di restauro. Anche per questa finalità merita una visita.


2 commenti:

  1. Che bella notizia! La sala dgli specchi in restauro! L'avevo vista 2 anni fa ed ero rimasta veramente senza parole per la bellezza! Credo che ci tornerò e pagherò volentieri il biglietto per finanziare i lavori. Buon proseguimento del tuo "tour" tra le sedi espositive della Biennale!

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  2. Grazie! Io ero già stata al Collegio ma sempre per altri motivi, quindi ero impreparata a una tale sorpresa. Se ci torni non perderti nemmeno la biblioteca in fondo al giardino e la lavanderia, nella quale ora si può salire fino alla terrazza.

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