lunedì 31 ottobre 2011

L’arte non è cosa del Padiglione Italia

E’ interessante la pervicacia con cui l’Italia in questa fase storica si ostina a dare la peggiore immagine di sé.
‘L’arte non è cosa nostra’ è la scritta al neon che campeggia negli spazi del Padiglione italiano alla Biennale; forse non si è tenuto conto dell’involontario doppio senso dell’affermazione, perché basta a descrivere l’esposizione. Se a qualcuno vedendo quella frase, fosse venuto il dubbio, entrando ne avrebbe avuto la conferma. Se, ancora, alcune opere avessero una qualche valenza, o quantomeno le si volessero approfondire, non è data la possibilità; alcune sono troppo in alto, distorte prospetticamente, altre sono troppe e lo spazio troppo angusto per permetterne una visione corretta, altre ancora sono un palese, e agghiacciante, tributo al servilismo. Manca una caratteristica che io considero una qualità necessaria e indispensabile, la sintesi del progetto, e il coraggio di scegliere sulla base del tema scelto. In questo caso invece, emerge solo il chiasso visivo di un’esposizione logorroica che denuncia in quella frase la sua inadeguatezza.

mercoledì 26 ottobre 2011

Archi LIVE. Canale 813 SKY

Archi LIVE - Architettura dal Vivo', è un format a cura dell'Associazione Italiana di Architettura e Critica e del Laboratorio presS/Tfactory, che a partire dal 3 ottobre viene trasmesso sul  Canale 813 di SKY.

Nel corso di questa settimana verrà trasmessa la quarta puntata con all'interno il mio video 'Visioni labirintiche'.

domenica 23 ottobre 2011

Chance

Il concetto di arte non è sintetizzabile con un aforisma, ma nel caso di 'Chance' è l’opera stessa ad essere un ottima descrizione di cos’è un’installazione. È un percorso emotivo che racconta l’idea dell’artista e insieme suggestiona l’astante che attraverso le sue sensazioni sarà sollecitato a riflettere sul tema dell’installazione e su quelli che nasceranno dalle sue esperienze personali.

‘Chance’ è l’allestimento, toccante e lacerante insieme, di Christian Boltanski all’interno del Padiglione Francia ai Giardini della Biennale. Uno spazio labirintico tridimensionale, realizzato con tubi innocenti, all’interno del quale, come fosse una grande rotativa, scorre una macropellicola nella quale ad ogni fotogramma corrisponde il primo piano di un neonato. Appena si entra si viene investiti dal suono ferroso della macchina, dallo scorrere delle immagini e dalla vertigine nel percorrere la griglia cubica nella quale ci si muove, e nella quale non ci si può che muovere guardando verso l’alto a seguire l’andamento delle facce. È una macchina della quale siamo spettatori sebbene sembri di esserne risucchiati come Charlot in ‘Tempi moderni’. Nella stanze laterali due display non smettono di scorrere numeri, mentre nella stanza centrale, oltre la macchina, scorrono invece delle composizioni casuali di volti scomposti, in primo piano, di adulti e bambini, che attraverso un pulsante si possono bloccare per ottenere dei volti più o meno verosimili.

È un opera, termine da usare con parsimonia, che trae la sua forza dal fatto di essere un progetto. Per questo è densa di temi e sottotemi. La prima sensazione è quella di trovarsi all’interno della macchina di un demiurgo in grado di produrre esseri umani, da qui il pensiero si sposta al ricordo di quelle aberrazioni del primo ‘900, alla Shoah, alla necessità di preservarne la memoria perché quel male non si ripeta. Il monito alla memoria si fa più forte quando una sirena annuncia lo stop della rotativa e quelle facce che prima scorrevano indistinte, ora si distinguono chiaramente e richiamano all’idea di storia individuale e collettiva.
Talvolta le installazioni sono viste con scetticismo dal pubblico, sia per scarsità dell’installazione stessa, quando si vuole stupire gratuitamente, sia per la pigrizia nel volerne comprendere le ragioni. 'Chance' è prima di tutto un progetto preciso. Sia teorico che spaziale. Per questa complessità merita l’attenzione e di viverne l’esperienza.


mercoledì 19 ottobre 2011

'The jump'


Video del 1978 di Jack Goldstein, attualmente proiettato all'ingresso del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia. Più che un video è un'esortazione a volare alto, alla ricerca di illuminazioni.