domenica 25 novembre 2012

La rivincita del cerchio in Mondrian

Per quanto si possa ambire a trovare nella ricerca compositiva delle regole geometriche universali,  queste verranno messe in crisi da altre regole complesse.


Due sensazioni si succedono davanti al quadro 'Composizione' di Piet Mondrian esposto al Guggenheim. La prima è di fredda analisi dello spazio se visto ad una certa distanza, quando risulta perfetto quanto impersonale nella scelta linguistica e formale dei segni. 
Avvicinandosi alla tela c'è qualcosa di ironico nel vedere come nel tempo si siano create delle piccole crepe tra le quali una di forma circolare la quale diventa a suo modo un elemento, seppur indesiderato, della composizione. Che sia una conseguenza del gesto pittorico o semplicemente una conseguenza del tempo che passa, è una rivincita del cerchio.


domenica 18 novembre 2012

Giardino Sonoro


Giardino Sonoro è un'installazione situata nel Giardino delle Vergini all'Arsenale di Venezia, nell'ambito della Biennale Musica, realizzata da Lorenzo Brusci e Simone Conforti con il gruppo Architettura Sonora.
L'anello centrale capta l'avvicinamento o allontanamento dell'uomo, e in virtù di questo cambia l'intensità del suono, mentre una serie di sensori ricevono il suono dell'ambiente circostante lo rielaborano per diffonderlo tramite degli altoparlanti scultorei.

domenica 11 novembre 2012

sabato 10 novembre 2012

Biennale Architettura Arsenale 2012.1

Furio Colombo al Padiglione Italia


Al Padiglione Italia si può arrivare un po' prevenuti, sapendo che all'interno vi è un'analisi dell'esperienza di Adriano Olivetti, si può pensare che sia l'ennesima operazione nostalgia.
E' stata la voce autorevole di Furio Colombo oggi a eliminare la nebbia del preconcetto, raccontando la sua diretta esperienza come dirigente alla Olivetti a soli 26 anni e la conoscenza in prima persona di quel caso luminoso quanto al momento unico in Italia, di competenza lungimirante e capacità di pensare e costruire un'economia e una società moderna.
E' difficile riassumere il discorso complesso e ricco di riflessioni cui ho assistito, ma ci sono alcune considerazioni che ho ascoltato, che ritengo necessarie siano trasmesse.

La scelta di presentare alla Biennale il caso Olivetti, non va visto come un atto che guarda al passato, ma un richiamo perchè 'se un fatto come questo è accaduto, significa che può accadere di nuovo'. Purchè cambi la selezione delle risorse. In Olivetti, ha raccontato Colombo, vi era un dipartimento che si occupava della ricerca costante e della selezione del personale, ma contrariamente all'ottica attuale portata ad occupare temporaneamente posti di lavoro annullando le reali competenze e predisposizioni dei candidati (tanto meno i comprovati curriculum), nell'azienda vi era l'idea che il lavoratore fosse un talento speciale e per questo valorizzandolo diventasse il valore aggiunto del sistema aziendale, e infine del prodotto. E' il concetto diametralmente opposto a quello che ha propinato il sistema economico negli ultimi decenni, ovvero che 'nessuno è indispensabile, ma tutti sono sostituibili'. Questo concetto deformante, ha reso possibile la proliferazione di dirigenti selezionati in base alla capacità di tagliare, in grado a fine anno di 'dividere i dividendi', e discutere in località prestigiose dell'annoso problema del costo del lavoro.
Un atteggiamento quello di Olivetti che non può certo essere accusato di essere sognatore dal momento che i risultati sia industriali che urbanistici sono una lezione ancora attuale.

Dalla parte opposta della sala c'è un bosco, anzi un sottobosco che alla luce delle parole ascoltate appare come il fermento giovane e rigoglioso che cerca di crescere fra i rovi e l'aridità culturale.

sabato 3 novembre 2012

Biennale Architettura Giardini 2012.1

Sfidando mal tempo, acqua alta, corse dei vaporetti soppresse e nuvole minacciose, finalmente sono arrivata ai Giardini. Niente di epico però ad attendermi.
Il tema common ground è tanto generico da essere adattabile a molteplici interpretazioni. Se deve essere il tema il fil rouge che lega la selezione dei progetti presentati, ai giardini ce n'è più d'uno. Alcune delle categorie che definiscono approcci diversi alla riflessione architettonica si potrebbero così definire: nostalgica / cubitale / macroscopica.
Della prima fanno parte quelle sale espositive che presentano esperienze del passato, è il caso della sala dedicata alla Milano del dopoguerra con disegni originali, oppure l'autocelebrazione dei padiglioni della biennale o le edizioni di Casabella.
Il rapporto con il passato ritorna anche nella parte dedicata all'architetto Mario Piana, definito 'architetto invisibile', cui giustamente viene reso merito al suo lavoro di restauro di alcune opere veneziane tra cui le Gaggiandre all'Arsenale. 



Definirei cubitali quei padiglioni dove una frase, purchè scritta a caratteri, appunto, cubitali, riempie una parete e sembra essere autosufficiente. In alcuni casi può trasmettere tenerezza come nel Brasile dove campeggia l'invito a riposarsi citando una frase di Lucio Costa sulla costruzione di Brasilia, in altri invece suona come inutile chiasso. In Brasile invece ha qualcosa di ironico perchè arrivati a quel punto si ha proprio bisogno di una sosta, da fare magari su una delle amache sospese.




Macroscopiche sono quelle selezioni dove una piccola idea viene presentata in formato abnorme come se le dimensioni eccessive sopperissero allo scarso significato. Questo è frequente in diversi campi e non solo artistici, ma come indica l'immagine sotto:



Esercizi 15x20

Personali esercizi pittorici per educare l'occhio alla visione e la mano al gesto.