domenica 29 gennaio 2012

La città

Un breve libro fondamentale, sia per gli architetti e urbanisti, per gli amministratori, per i politici e, mera speranza, per i committenti.
'La città' di Massimo Cacciari è la trascrizione di un seminario tenuto dal filosofo presso il Centro di Sant'Apollinare di Fiesole. L'apparente brevità del testo nasconde una complessa e articolata riflessione sul tema della città; nel corso del testo viene analizzato come a partire dalla polis greca e dalla civitas romana si siano sviluppati due modelli culturali che ancora esistono e si scontrano, e come la città europea sia fondata sulla contraddizione fra mobilità e stasi, per arrivare alla città post-metropolitana.
Fra le riflessioni illuminanti, vi è quella con cui si chiude il libro, sul tema della bellezza: la città è ora il risultato di secoli, e il concetto di bello non risponde più a canoni oggettivi ma ad una effimera dimensione estetica. Il carattere della città attuale è la varietas perciò il bello  dovrebbe risiedere nella concinnitas, l'arte di far convivere elementi eterogenei armonicamente. Attitudine rara.

domenica 22 gennaio 2012

Il futuro dei giovani architetti italiani

Questo albero ha qualcosa di familiare. Quando lo vedo mi ricorda la mia generazione.

Da qualche tempo raccolgo i racconti di diversi colleghi il cui denominatore comune è lo sconforto per il 'non futuro' che la nostra professione ci prospetta. Studi di architettura chiudono, o sono costretti a dimezzare i dipendenti, oppure si va avanti di mese in mese convivendo con quell'incertezza che fa accettare trattamenti censurabili. Ne risulta oltre che lo scoraggiamento e l'insicurezza, anche l'atrofizzazione delle capacità dei nuovi architetti, che condannati a non poter realizzare nulla ma ad essere, quando va bene, dei meri disegnatori di idee altrui, varcano la soglia dell'apatia. Dal momento che il numero di chi è coinvolto in questo destino è di gran lunga superiore alle archistar, ed è comunque superiore al numero di quegli architetti che ora possono vivere di rendita grazie agli anni d'oro, viene da chiedersi se non sia il momento di ripensare alla professione a partire dalla divulgazione dell'architettura e dei suoi temi perchè si sviluppi una minima cultura architettonica in grado di privilegiare la qualità, anche e soprattutto formale, rispetto al 'copia-incolla' di quell'edilizia che ha imbruttito il paesaggio italiano.
Queste righe potrebbero apparire come uno sfogo delirante, ma il tema è urgente, perchè ho la sensazione che allo stesso tempo, con quel personaggio dell'anno che è La Crisi, si stia sviluppando nelle menti più ottuse, un sentimento di disprezzo verso la mia generazione, rea della sua impossibilità ad esprimersi e quindi di formarsi, nonostante una diffusa e di alto livello formazione culturale. Questi attacchi arrivano spesso da parte di generazioni precedenti, talvolta non più all'altezza del loro ruolo, visto che le tecnologie rappresentano un nuovo stadio di selezione naturale.
I nuovi provvedimenti del governo probabilmente non faranno altro che ostacolare i giovani progettisti, o quanto meno a non migliorare la situazione attuale del mercato, mentre ad esempio, agevolare un piano per il rilievo e recupero, anche estetico, dell'edilizia degli ultimi decenni, che certamente non ha prodotto bellezza, potrebbe essere un tema su cui porre attenzione.

sabato 14 gennaio 2012

SMS per Pronto Alzheimer

Dal 16 al 30 gennaio 2012, inviando un SMS al 45503 è possibile donare 2€ per sostenere l'attività di Pronto Alzheimer, il servizio di assistenza telefonica per i familiari dei malati e per tutti coloro che sono coinvolti nella malattia.

Pubblico questo post in memoria di chi è stato colpito in giovane età dall'Alzheimer e non ha avuto il tempo di esprimersi come meritava.

domenica 8 gennaio 2012

Armenia. Impronte di una civiltà

Lo scopo di una mostra è quello di rivelare a chi la visita qualcosa di specifico e insieme universale; questo accade quando ci si avvicina alla storia di una civiltà articolata e in un certo senso riservata come quella armena.

In questo periodo a Venezia presso il Museo Correr è possibile visitare la mostra 'Armenia. Impronte di una civiltà'  che celebra il cinquecentenario della stampa del primo libro in lingua armena. Il percorso offre la possibilità di avvicinarsi alla complessità di una cultura e un popolo antico che ha concentrato nel culto della parola e del libro, come veicolo della memoria e del sapere, la sua identità culturale. E' infatti attraverso la successione dei manoscritti e delle miniature che si comprende come l'uso della parola, e prima ancora nell'individuazione dell'alfabeto armeno, sia stata determinante nel dare coesione ad un popolo che ha conosciuto la deportazione (1894 -1896, 1915 -1916).

Ivan Aivazovskij, Discesa di Noè dal Monte Ararat, 1889
Lungo le sale vi sono una serie di 'plastici' in pietra di monasteri che suggeriscono l'architettura armena, e altri contemporanei che bene dimostrano l'attenzione per la luce e gli schemi geometrici. Vi sono inoltre esposte una serie di rilievi e croci decorate a motivi geometrici, una reliquia dell'Arca di Noè e un curioso libro farmacologico dall'eloquente e ironico titolo 'Inutile agli ignoranti'.
La mostra è uno stimolo alla comprensione di una cultura affascinante, e per quanto mi riguarda anche di una architettura da approfondire, che in Venezia è stata e continua ad essere una presenza viva, che insegna come il rispetto per la cultura e l'arte siano strumento politico attraverso il quale conservare l'identità di un popolo nonostante gli sconvolgimenti storici. Una lezione, questa, su cui l'Italia contemporanea, nella quale è frequente il disprezzo per ogni forma di cultura in favore di rassicuranti mediocrità, dovrebbe almeno riflettere per arginare la sua decadenza.

Nelle sale non si può fotografare perciò non ho nessuna immagine personale che illustri quanto raccontato, però non voglio privarvi di una delle possibili viste iconografiche sulla città.


venerdì 6 gennaio 2012

The National Apavilion of Then and Now


'The National Apavilion of Then and Now' è il padiglione realizzato da Haroon Mirza alla Biennale d'Arte Contemporanea di Venezia 2011, premiato con il Leone D'Argento quale migliore giovane artista promettente.