sabato 30 luglio 2011

Talking heads

Arrivando da Campo Santo Stefano verso Campo San Samuele, ci si imbatte in una pedana rossa che invita a salire e ad affacciarsi ad una finestra per spiare all’interno e incrociare lo sguardo di due homeless intenti a parlare. È l’installazione di sculture parlanti del duo svizzero Glaser/Kunz. L’effetto è straniante perché se da una parte ci si rende conto di essere davanti a dei manichini, la resa della proiezione sulle teste, modellate sul calco degli attori, fa sì che il dubbio di essere davanti ad esseri viventi o ad una macchina ‘pensante’ in grado di seguirti con lo sguardo, esista, e sia motivato dal fatto che il sistema di proiezione non è visibile, sapientemente nascosto all’interno dei sacchetti di cartone posizionati ‘casualmente’ davanti alle teste. Siamo al piano terra del Palazzo Malipiero, abitato per l’occasione da degli homeless parlanti, seduti a terra, ma sospesi in un dialogo sulla loro condizione umana che ricorda Beckett, tanto che si ha l’impressione di essere il Godot che stanno aspettando. L’effetto è amplificato se ad assistere al dialogo si è da soli e le stanze non sono ancora popolate da esseri viventi, perché allora si avrà la sensazione di partecipare ad un evento senza averne l’invito, di vedere una sorta di cinema tridimensionale e polisensoriale, a tratti disturbante ma coinvolgente.


In questo caso l’operazione di Glaser/Kunnz potrebbe sollecitare diversi ambiti artistici (penso ad una sfilata di Gaultier dove i volti di famose attrici venivano proiettati sul velo indossato da una modella) e un diverso approccio al racconto teatrale.

2 commenti:

  1. Acuto il rimando alla sfilata di Gaultier! Avevo già visto dei commenti che mi avevano incuriosito su questa installazione ma non avevo proprio pensato ad un collegamento tra le due cose!Io per ora leggo solo le tue recensioni "biennali", devo ancora andare a Ve, e mi sa che ormai andrò a settembre/ottobre con il fresco e con meno turisti in giro che mi riempiono il treno. A fine agosto farò magari qualche puntata all'Asolo Art Film Festival, anche se non ho ancora visto il programma di quest'anno.

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  2. In effetti in questo periodo ci sono molti turisti, come al solito, a Venezia, ma in particolare le sedi di cui ho parlato fino ad ora, ed anche le prossime, sarà perchè sono un po' defilate e poco pubblicizzate, ma le puoi davvero visitare in solitudine, e come per questa in particolare, anche, di primo acchito, 'spaventarti'!
    Aspetto i tuoi commenti quando le avrai viste.

    Poi se mi parli dell'Asolo Art Film...quasi quasi...

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