domenica 12 agosto 2012

Urbanistica medievale di Luigi Piccinato

'Urbanistica medievale' è un piccolo libro che ho trovato in una vecchia edizione qualche tempo fa nella libreria universitaria, ed è uno dei veicoli per viaggiare in queste mie brevi vacanze low cost.
Il saggio muove dalla considerazione che l'urbanistica italiana non sia nata con i trattatisti rinascimentali, che proponevano teorie ed ipotesi di città fantastiche, ma nel medioevo. L'approccio utopico era stato preceduto, nel medioevo appunto, da una visione della realtà nella quale le città erano il prodotto di un 'progetto collettivo' e spontaneo ma non per questo privo di rigore logico e intenzione.
Lo studio esamina lo spirito dell'urbanistica medievale italiana attraverso l'individuazione di sette tipi urbani, ognuno dei quali asseconda le peculiarità del sito al fine di soddisfare esigenze difensive, politiche oltre che estetiche. Sulle pietre di queste città si sviluppa il diritto pubblico comunale italiano. 
Il valore dell'urbanistica medievale sta nella comprensione dei luoghi e in una 'composizione  urbanistica' che non usa il tipo come dogma, ma lo assume con senso critico. Lo stesso che manca nell'amministrazione del territorio contemporaneo, dove i comuni hanno negli ultimi vent'anni deturpato il paesaggio (v. il Veneto), in una corsa disperata all'edilizia selvaggia senza qualità. Qui non si è fatta 'composizione urbanistica' ma pianificata demolizione del patrimonio.

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