Eye Fairy, di Chen Fei & Luo Hui
Nella trecentesca Abbazia di San Gregorio, aperta dopo un pregevole restauro, viene ospitata in occasione della Biennale, dalla Fondazione Buziol, la mostra Future Pass-From Asia to the World, nella quale si ha l’occasione di vedere una summa dell’arte attuale asiatica per provenienza ed ispirazione. È un’esposizione allegra dove della selezione colpisce il fatto che vi sia un uso spregiudicato ma controllato del colore e della scelta dei soggetti, talvolta al limite del caricaturale, e che se da una parte persiste il segno delle antiche stampe, senza alcun carattere stereotipato, vedasi ‘Return Home’ di Ye Yongqing, dall’altra delle opere che sembrano essere mutuate dal linguaggio manga, trasformato in nuova estetica.
E se da una parte vi è la rappresentanza diretta di artisti asiatici, fusi completamente nella loro cultura pop-gloss, dall’altra vi sono casi inversi come quello di Simone Legno aka Tokidoki il quale ha fatto suo l’immaginario giapponese fino a creare un marchio e grafiche ispirate all’arte nipponica, dall’estetica manga e fumettosa, colorata divertente e ironica, nella quale traspare a volte la patina dello sfumato europeo. È interessante come vi sia un legame con il design in questi artisti, perché oltre a Tokidoki vi è anche la presenza di Takashi Murakami già creatore di un patterns per Luis Vuitton, al limite fra pittura grafica e design.
Nel complesso le opere popolano lo spazio come nuovi personaggi mitologici, allora si può essere sorvegliati da un guerrigliero piccolo ma non per questo meno minaccioso, che fa sentinella davanti ad una finestra,
volti giganti dall’espressione imperscrutabile e dalle tinte jelly che cercano di ammaliare,
umanoidi giocattoli vestiti dell’arte del secolo scorso, giochi per gli occhi, e un enorme, solitario occhio nel quale specchiarsi.
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