La fase di avvicinamento alla Biennale inizia anche quest'anno dai padiglioni esterni alle sedi principali, quelli dislocati in città. Obiettivo del giorno: Moldavia, Lussemburgo, Portogallo e Georgia.
Nonostante l'orario di apertura siano le 10, nessuno dei primi due era aperto, perciò mi sono diretta verso quello più lontano del gruppo, che si è rivelato il più interessante. Trattasi del Padiglione del Portogallo, organizzato in due sale, la prima nella quale la voce di Antonio Tabucchi racconta Lisbona, e la seconda dove vengono proiettati dei video. Questi sono la ripresa di tre dialoghi attorno ad un tavolo, di alcuni fra i nomi più importanti dell'architettura portoghese fra cui Álvaro Siza Vieira, Eduardo Souto Moura, Gonçalo Byrne, João Carrilho da Graça, su tre temi inerenti alla città di Lisbona: il centro, il fiume, e le connessioni, sulla base di alcuni progetti specifici sviluppati dal 1988 ad oggi. Si assiste insieme ad una lezione e allo sviluppo del pensiero di un progettista.
Interestingly, the city's periods of resurgence are linked to major catastrophes.
Post-city il titolo del padiglione del Lussemburgo. Talmente 'post' da posticipare l'apertura un'ora dopo del previsto. Esposizione poco chiara, ma c'è la cartella stampa in rete per chi fosse incuriosito.
Vicino a questo c'è il padiglione Moldavo, che tenta di raccontare come il territorio sia stato offeso da un'edilizia selvaggia. Tema interessante ma che avrei preferito fosse sviluppato in modo più pulito attraverso casi emblematici, piuttosto che con video dal montaggio convulso.
Georgia non pervenuta, la galleria sede del padiglione, dopo le 11 orario previsto, era chiusa.
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