Questo è il caso di due libelli che sebbene trattino temi diversi, sono intimamente legati anche in relazione al dibattito attuale sulle trasformazioni già fatte e quelle in progetto a Venezia. Entrambi i libri sono pubblicati nella collana Occhi aperti su Venezia, editore Corte del Fontego.
Il primo è 'Costruire sull'acqua' di Franco Mancuso che racconta la formazione di Venezia come un laboratorio di sperimentazione per nuove tecnologie in riposta ad un ambiente ostile. Tecniche che nel tempo si sono consolidate tanto da diventare almeno fino al XV secolo, tradizione da tramandare per costruire senza progetto costruttivo ma solo grazie alle soluzioni migliori, di pari passo con l'evoluzione del linguaggio architettonico. E' un breve saggio nel quale vengono spiegate le fondazioni, i muri a spina, le facciate, fino ad arrivare a quegli elementi che caratterizzano lo spazio urbano, i campi, i pozzi, i percorsi e i ponti. Di uno di questi ultimi parla il secondo libro: 'Il ponte di debole costituzione' di Nelli-Elena Vanzan Marchini. Rispetto al primo qui si fa un salto temporale perchè si tratta di un resoconto dettagliato dell'epopea del Ponte della Costituzione, a partire dal 1996 quando il Comune accettò la donazione del progetto preliminare di Calatrava, passando per gli avvertimenti non ascoltati, al montaggio, fino alla sua non inaugurazione, e agli attuali costi di manutenzione e di controllo delle rive che vengono divaricate grazie al peso e alla forma del ponte. In vicende come questa c'è sempre un lato 'ridicolo', qui sta proprio nel fatto che ci si trova nella città dei ponti, dove la tradizione è tutt'uno con l'equilibrio della città stessa. Un esempio: il Ponte di Rialto. I Provveditori della fabbrica del ponte preferirono incaricare Antonio da Ponte anzichè archistar come Palladio, proprio per la sua conoscenza del contesto, della tradizione tecnologica e per la capacità di utilizzare un linguaggio ad essi appropriato. Il progetto inoltre venne sviluppato in un tempo lungo, poi compensato dal rispetto dei tempi previsti per la costruzione nonchè dal rispetto dei costi. Questo si chiama 'rispetto della cosa pubblica'. Nel caso del Ponte della Costituzione invece è il 'dispetto alla cosa pubblica'.