Al Cersaie, a Bologna, è stata ospite per una lectio magistralis Kazuyo Sejima che ha raccontato attraverso alcuni progetti, il suo metodo compositivo. Ne è emerso un approccio che si sviluppa in diversi modi, anche contrapposti:
sintetico, nell'affermare la centralità dell’uomo nel concepire il progetto, non solo in rapporto ad un singolo individuo ma valutando come uno spazio architettonico possa rispondere ad esigenze sociali collettive,
essenziale nel privilegiare gli spazi distributivi in funzione del movimento fra un luogo e l’altro,
massimalista, secondo Fulvio Irace che l’ha presentata, perché le sue architetture ‘amplificano l’impatto sul corpo’.
Un approccio al progetto articolato ma essenziale nel risultato che sebbene mi sia lontano, ritengo sia da accogliere per quanto riguarda le linee guida. Meno d’accordo sono con la facile constatazione, fatta durante la presentazione, che una donna possa essere architetto ed esser in grado di pensare e gestire architetture di forte impatto costruttivo e visivo. Evidentemente ancora stupisce.
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