Durante il vagabondare stagionale da un padiglione all'altro ho trovato riparo all'interno di Palazzo Bembo.
Mentre all'esterno il caos e il caldo si amalgamano, all'interno l'esposizione Time Space Existence si è rivelata un'oasi ristoratrice. Questa mostra raccoglie una serie di approcci diversi alla composizione e all'elaborazione teorica dell'architettura, di studi provenienti da paesi diversi. Che siano le loro posizioni condivisibili o meno, l'esposizione ne coglie gli aspetti migliori anche attraverso il confronto che nasce dal susseguirsi delle esperienze lungo le stanze del palazzo.
Questi solo alcuni dei progetti esposti.
Numen/For use è una scultura cinetica. Un cubo di membrane a specchio e neon, riproducono all'infinito un sistema cartesiano. Se nel silenzio e nella solitudine della stanza buia in cui è inserito, provate con circospezione a premere il pulsante a fianco, un suono metallico e persistente anticipa la trasformazione della macchina, che sembra inarrestabile. Il sistema cartesiano si deforma, e insieme lo stato d'animo dell'osservatore che dopo lo stupore difronte alla variazione delle linee, percepisce l'analogia fra la disgregazione dell'apparenza e quella umana contemporanea.
In quello spazio caotico, mutevole, risiede la complessità. Solo che quella che viviamo é un loop e un tasto per spegnerne i riflessi negativi non esiste.
Palafito del Mar Hotel a Castro, Chile, di Ortùzar Gebauer + Simonetti Steward.
Un sistema libero a palafitte, sul quale la medesima libertà è trasferita in cellule abitative diverse per forma e colore, che compongono un nuovo paesaggio che non tradisce la tradizione del luogo.
'Tymidity Symptom' di New-Territories, le cui ricerche sull'architettura autogenerativa, qui sono in rapporto con la morfologia e la natura del sito. Dispiace leggere sul loro blog che la realizzazione di tale progetto è stata annullata.
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