Il ricorso alla bellezza è la migliore cura allo stress. E quando il livello di entrambi è alto l'effetto è quello di un reset completo.
Il conforto è venuto da una visita alle Gallerie dell'Accademia dove è ancora possibile vedere la mostra dedicata a Lorenzo Lotto con due opere prestate dall'Ermitage di San Pietroburgo. Una di queste è il Ritratto di coniugi, nel quale l'indagine psicologica si affianca agli elementi simbolici ritratti, componendo una scena il cui significato resta per noi un rebus, probabilmente chiarissimo solo ai commintenti dell'opera. A fianco c'è il Ritratto del domenicano di San Giovanni e Paolo, colto in un momento di concentrazione durante il suo lavoro di economo, e il Ritratto di gentiluomo, la cui espressione ferma e malinconica denuncia, ancora attraverso gli oggetti simbolici che lo circondano, la disputa familiare; in entrambi ritorna il tema del ritratto psicologico, sia attraverso l'espressione del soggetto che attraverso la scelta degli oggetti che ne descrivono la vita.
La mostra ha il merito di evidenziare la capacità di Lotto di raccontare le persone che ritrae, commitenti borghesi o artisti, instaurando una sorta di dialogo fra l'osservatore e il soggetto. E' un dialogo più intimo invece quello che avviene fra l'osservatore e un altro ritratto, qualche sala dopo, quando ci si trova davanti a
La vecchia di Giorgione, contemporaneo di Lotto, nel quale l'aspetto psicologico invece ha carattere universale di memento.
Il dialogo personale continua però in tutte le stanze, nelle quali si incontra il Veronese, Tiziano, e Giorgione, fra i tanti, ma in questa occasione l'attenzione è stata rapita da una tela di Vittore Carpaccio, I diecimila crocifissi del Monte Ararat, nel quale da una serie di fori concentrici escono degli angeli; che a prima vista ricorda le visioni di Bosch e le sue macchine avveniristiche.
Dettagli curiosi e spunti di riflessione sono continui lungo il percorso, durante il quale non posso fare a meno di pensare alla dispersione del patrimono artistico italiano. La nostra storia è stata spesso oggetto di disinteresse, venduta all'estero o trascurata, un atteggiamento cui ancora assistiamo perchè è proliferato nell'arroganza di chi non rispetta e conosce il passato. Sarebbe necessario un recupero delle opere e una conservazione rispettosa di quelle esistenti (anche architettoniche), perchè il patrimonio artistico di una nazione è sia un fatto culturale, identitario e talvolta taumaturgico, ma anche, e non è da trascurare, economico.
Parole "sante" le ultime che hai scritto ...
RispondiEliminaCi riflettevo mentre vedevo i turisti stranieri che percorrevano come me le varie sale. Abbiamo un patrimonio inestimabile, che viene sottovalutato o dato per scontato. Le Gallerie non sono in buono stato purtroppo, forse mancano i fondi, ma è desolante vedere i muri che soffrono a quel modo. Lo Stato dovrebbe concentrarsi anche su questo e incentivare il turismo, perchè se non si riesce a conquistare il mondo con un certo tipo di economia, almeno lo si può sedurre con la bellezza!
RispondiEliminaTroppo utopistica?