Finalmente oggi sono tornata a casa, Venezia, graziata da un clima mite e qualche spiraglio di sole.
Dopo diversi anni sono entrata in Palazzo Grimani, che dopo anni di restauro è stato restituito agli occhi dei visitatori. La prima volta che vi entrai era ancora un cantiere, e fu in quell'occasione aula universitaria, perchè il progetto era seguito dal mio professore di restauro, che in quel contesto ci mostrò un gioiello di architettura, pittura e scultura. I nomi che vi hanno lavorato non sono altisonanti, ma hanno trasferito in quest'opera di architettura complessa, la lezione pittorica e decorativa di Raffaello delle Stanze Vaticane. In Palazzo Grimani le stanze si succedono, laddove sono rimaste più o meno integre, decorazioni che caratterizzano lo spazio, e nel caso della Cappella e della Tribuna, anche la funzione. Un capriccio architettonico che sintetizza il linguaggio romano con lo spazio e i termini costruttivi veneziani, con il gusto barocco della teatralità.
In una stanza defilata ho rivisto il 'pastellon' rosso con inserti di madreperla, purtoppo un po' sbiadito rispetto al mio ricordo, ma che resta per me, come tutto il palazzo, esempio di corretto intervento di recupero e riferimento architettonico.
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