L'operazione che la Fondazione Prada ha fatto nel riproporre la storica esposizione di Berna è lodevole e interessante, per quanto pecchi di numerose lacune. Molte installazioni non sono presenti ed ha un effetto straniante vedere le professionali guide illustrare l'assenza di un oggetto evocato dalla foto al margine dell'area ad esso destinata.
Sono installazioni storiche ormai superate in provocazione, verso le quali i nostri occhi non restano più sorpresi, piuttosto si possono incrociare gli sguardi perplessi dei visitatori d'oggi, il che dimostra la loro distanza, ma non mi hanno lasciato indifferente alcune scelte espositive. Il palazzo Cà Corner della Regina è ancora in attesa di un restauro definitivo, ma questo non toglie che il vedere il tubo di ferro di una scultura puntato contro una parete di stucchi, sebbene in attesa di restauro, mi crei un male fisico. Capisco la necessità di essere didascalici nell'esporre le opere così com'erano disposte a Berna ricostruendo il percorso espositivo del 1969, ma non capisco perchè farlo a discapito del luogo attuale, lasciando intravvedere un certo atteggiamento irrispettoso per opere molto più antiche. Lo stesso dicasi per i faretti addossati agli affreschi per illuminare l'Igloo di Mario Merz, cui va il mio massimo rispetto.
Volontario o meno, il confronto fra l'antico che emerge fra i rivestimenti che ricostruiscono gli spazi di Berna, e le installazioni, sembra avere la funzione di dare 'respiro' al visitatore che può riposare gli occhi sui soffitti decorati e affrescati, sulle travi e sui saloni. L'ironia fa capolino quando una persona a caso, in un disimpegno di passaggio fra una sala e l'altra si sofferma ad ammirare una centina d'arco scoperta, non è un'opera della mostra ma alcuni visitatori della sala precedente, pensando di essersi persi una sezione della mostra, accorrono a vedere anche loro quell'opera di carpenteria. Delusi che non lo sia se ne vanno subito verso labili strutture scomposte. Non si può non pensare alla scena finale del film 'Le vacanze intelligenti'.
All'interno non è possibile fotografare, d'altra parte sul sito c'è una documentazione esaustiva, ciò però non vieta che alcuni visitatori armati di telefoni aggiornati non facessero qualche scatto. Altra prova del fatto che spesso le regole dipendono dai punti di vista e a volte non sono uguali per tutti.
Morale del giorno: con il termine arte spesso si giustificano l'eccesso gratuito di personalità egocentriche. Un atteggiamento critico verso ciò che ci circonda e noi stessi, il cambiare ogni tanto punto di vista, ci permette di scoprire dettagli che ci raccontano storie più ricche, piuttosto che guardare passivamente quello che ci viene offerto come arte.