Su LaRepubblica di ieri 2 ottobre, è stata pubblicata una lettera di Salvatore Settis dal titolo 'L'ultima aggressione all'armonia di Venezia'. Il tema da cui muove è la trasformazione della città in nome di una presunta necessità d'innovazione. La riflessione di Settis è puntuale e parte proprio dal libro di cui ho già scritto, Un ponte di debole costituzione, ovvero da quel ponte 'calato sul Canal Grande senza alcun rapporto, nè stilistico, nè statico, con le caratteristiche del luogo (...)'. Da questo episodio individua quello che chiama 'virus' per il quale il solo nome di un'archistar eleva e giustifica qualsiasi scelta architettonica che stravolga la città storica.
Parole preziose.
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