venerdì 17 agosto 2012

Nuvole nere all'orizzonte. Le grandi navi a Venezia

Immaginate di percorrere le sale settecentesche di Ca' Rezzonico, circondati dagli arredi dell'epoca, passeggiando in compagnia di Tiepolo, Longhi, Rosalba Carriera, incrociando lo sguardo con le ave che all'epoca vennero ritratte, nelle quali riconosco qualcosa di familiare per via dei volumi e della fisionomia.
E salendo i piani immaginate di affacciarvi alle finestre e ammirare la stessa vista dei frequentatori dell'epoca, con un ipotetico suono di clavicembalo.


Salvo poi osservare i dettagli. Il suono stride. 
Nuvole nere all'orizzonte.




Niente di nuovo per la città, è la tendenza del momento, offendere la bellezza in virtù di un profitto effimero proposto come innovazione e progresso. Ho molte riserve sull'utilità di questo tipo di turismo, dal momento che per questioni logistiche e di tempo è inevitabile che la tipologia che trasporta è superficiale, direi 'televisiva', abituata a vedere la realtà da lontano attraverso schermi od oblò, mai completamente immersa nell'ambiente.
Sul danno ambientale e sul pericolo di far passare le navi nel Canale della Giudecca invece non ho alcuna riserva.

domenica 12 agosto 2012

Urbanistica medievale di Luigi Piccinato

'Urbanistica medievale' è un piccolo libro che ho trovato in una vecchia edizione qualche tempo fa nella libreria universitaria, ed è uno dei veicoli per viaggiare in queste mie brevi vacanze low cost.
Il saggio muove dalla considerazione che l'urbanistica italiana non sia nata con i trattatisti rinascimentali, che proponevano teorie ed ipotesi di città fantastiche, ma nel medioevo. L'approccio utopico era stato preceduto, nel medioevo appunto, da una visione della realtà nella quale le città erano il prodotto di un 'progetto collettivo' e spontaneo ma non per questo privo di rigore logico e intenzione.
Lo studio esamina lo spirito dell'urbanistica medievale italiana attraverso l'individuazione di sette tipi urbani, ognuno dei quali asseconda le peculiarità del sito al fine di soddisfare esigenze difensive, politiche oltre che estetiche. Sulle pietre di queste città si sviluppa il diritto pubblico comunale italiano. 
Il valore dell'urbanistica medievale sta nella comprensione dei luoghi e in una 'composizione  urbanistica' che non usa il tipo come dogma, ma lo assume con senso critico. Lo stesso che manca nell'amministrazione del territorio contemporaneo, dove i comuni hanno negli ultimi vent'anni deturpato il paesaggio (v. il Veneto), in una corsa disperata all'edilizia selvaggia senza qualità. Qui non si è fatta 'composizione urbanistica' ma pianificata demolizione del patrimonio.