Immaginate di percorrere le sale settecentesche di Ca' Rezzonico, circondati dagli arredi dell'epoca, passeggiando in compagnia di Tiepolo, Longhi, Rosalba Carriera, incrociando lo sguardo con le ave che all'epoca vennero ritratte, nelle quali riconosco qualcosa di familiare per via dei volumi e della fisionomia.
E salendo i piani immaginate di affacciarvi alle finestre e ammirare la stessa vista dei frequentatori dell'epoca, con un ipotetico suono di clavicembalo.
Salvo poi osservare i dettagli. Il suono stride.
Nuvole nere all'orizzonte.
Niente di nuovo per la città, è la tendenza del momento, offendere la bellezza in virtù di un profitto effimero proposto come innovazione e progresso. Ho molte riserve sull'utilità di questo tipo di turismo, dal momento che per questioni logistiche e di tempo è inevitabile che la tipologia che trasporta è superficiale, direi 'televisiva', abituata a vedere la realtà da lontano attraverso schermi od oblò, mai completamente immersa nell'ambiente.
Sul danno ambientale e sul pericolo di far passare le navi nel Canale della Giudecca invece non ho alcuna riserva.