Non è con spirito polemico che inizio una serie di post nei quali scriverò dei libri che ultimamente mi hanno sorpreso e insegnato qualcosa, ma con un piccolo libro che è un oggetto di culto per ogni architetto:
Libro illeggibile MN1 di Bruno Munari
Il formato è quadrato, composto da una serie di fogli rilegati attraverso un cordoncino rosso, la cui copertina lascia intravedere agli angoli una serie di pagine, a diversi colori, tagliate a formare triangoli, trapezi, quadrati. La composizione delle pagine è asimmetrica, mentre è naturalmente simmetrica speculare quella dei colori.
Il progetto risale al 1984 per la casa editrice Maurizio Corraini di Mantova, che ancora oggi fortunatamente si occupa di ristampare e custodire l’opera di Munari, mentre i primi libri illeggibili risalgono al 1949. Si tratta di racconti visivi dove la storia si sviluppa attraverso l’esperienza sensoriale e percettiva del ‘lettore’. Ne esistono diversi tipi, ad esempio il Libro illeggibile N.Y.1 realizzato nel 1967 per il MOMA, nel quale un filo rosso attraversa le pagine passando da un foro centrale, interagendo con le pagine, di materiali e spessori diversi, oltre che con il ‘lettore’ che nello sfogliarlo parteciperà al racconto e insieme alla percezione di sé.
L’idea fondamentale di questo libro, così come di tutta l’opera di Munari, è la ricerca di un approccio fanciullesco alla realtà, dove la percezione sensoriale sia parte integrante della forma con cui ci mettiamo in relazione, senza trascurare un senso dell’ironia tutt’altro che superficiale.
Attualmente viene stampato solo MN1; credo che sarebbe indispensabile ripubblicare tutti gli esemplari affinché quei racconti non siano privilegio dei visitatori del MOMA, ma possano essere uno strumento di educazione anche per le giovani generazioni, in virtù di quella responsabilità che hanno gli artisti verso il bello e il sapere.